Pablo Escobar. Gli ultimi segreti dei Narcos raccontati da suo figlio by Juan Pablo Escobar

Pablo Escobar. Gli ultimi segreti dei Narcos raccontati da suo figlio by Juan Pablo Escobar

autore:Juan Pablo Escobar [Escobar, Juan Pablo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia
ISBN: 9788822705662
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2017-07-26T22:00:00+00:00


Malévolo fa una pausa nel suo racconto per bere un sorso di aguardiente. Approfitto di quel momento per chiedergli di raccontarmi come sia giunto in Magdalena Medio e come sia finito a lavorare per mio padre. Beve un altro sorso di liquore e poi riattacca a parlare.

«Juan, ho studiato nel liceo Manuel Uribe Ángel di Medellín, ma non me la cavavo molto bene: sono stato bocciato tre o quattro volte al terzo anno e non sono riuscito a dare la maturità. Ricordo due professori: al primo, Marcos Aristizábal detto Mocho, devo il fatto di sapere dipingere; il secondo, Gustavo Restrepo soprannominato Pistolo, perché simulava sempre di avere due pistole con le mani, era un bravissimo professore di religione».

Malévolo mi racconta che gli piaceva andare a vedere le partite di calcio nel campetto di El Dorado a Envigado, vicino al quartiere La Paz, dove risiedevano le famiglie di entrambi i miei genitori, finché un bel giorno un ragazzo gli disse: “Guarda, sono arrivati i Pablos, che sono molto ricchi”. Si riferiva a Gustavo Gaviria e mio padre. Malévolo, non aveva la benché minima idea di chi fossero i Pablos e gli ci vollero diversi anni prima d’incontrarli di nuovo.

«All’epoca lavoravo per la malavita, nello specifico per un uomo soprannominato Mario Cacharrero (“il venditore di pentole”), uno dei primi mafiosi di cui si hanno notizie a Medellín, che spacciava marijuana e hashish. Era il capo dei capi, così forte che un giorno, mentre si trovava in un ristorante, vennero quattro uomini a sequestrarlo e lui li uccise tutti».

Malévolo ricorda di essere uscito da quel giro grazie a Jorge Tulio Garcés, un uomo proveniente da una famiglia facoltosa, proprietario di diversi terreni in Magdalena Medio, che lo assunse per lavorare in una vetreria di sua proprietà a Envigado.

«Jorge Tullio e io diventammo buoni amici, ma ignoravo che avesse venduto ai Pablos i terreni delle tenute Valledupar e Nápoles, i primi due degli undici che avrebbero formato la grande struttura della hacienda Nápoles di millenovecentoventi ettari d’estensione».

L’improvvisa morte di Jorge Tullio Garcés in un incidente aereo portò Malévolo a cambiare lavoro, spostandosi a Doradal, vicino alla hacienda Nápoles, dove trovò lavoro nella società Parcelas California e si dedicò alla segnaletica stradale.

«Lavoravo vicino a Nápoles, ma non entravo mai dentro. Ero sempre molto occupato e preferivo concentrarmi sul lavoro».

Tutto cambiò poco dopo, quando Gustavo Gaviria, socio di mio padre, acquistò un motel a La Estrella, vicino a Medellín, amministrato da un uomo conosciuto come Mechas (“stoppino”), che si conquistò la fiducia del nuovo proprietario.

«Gustavo Gaviria disse che avrebbe comprato il motel soltanto se Mechas lo avesse gestito. La sua idea era quella di dedicarsi ad affari di altro genere per dimenticare definitivamente il fallimento della costruzione di una diga nella hacienda Nápoles, in cui Pablo aveva investito molti soldi».

Con l’acquisto del motel, Mechas entrò a pieno diritto nel circolo dei Pablos, portandosi con sé Malévolo, che stava attraversando un brutto periodo dal punto di vista finanziario.

«Domandai a Mechas se Pablo e Gustavo avevano soldi e lui mi rispose che ne erano letteralmente pieni.



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